Martedì, 11 Dicembre 2018
Salve a voi tutti!
E' un po' che manco da questo mio prezioso spazio e mi
dispiace molto averlo così tanto trascurato. Tornare a scrivere per voi che mi
leggete è sempre un momento che mi carica di emozione, il momento di
condivisione in queste pagine è, per me, sempre speciale, come un angolo in cui si crea una sorta di
spirito conviviale, ma di significativa importanza.
Da qualche tempo, rispolverando vecchi quaderni contenenti
pagine ingiallite e con gli angoli malamente avvoltolati, ho riscoperto la mia
passione per la scrittura, passione che risale a tempi lontani, anni in cui ero
poco più che bambina e mi piaceva scrivere sui quaderni dalle piccole pagine,
come un libro improvvisato, dove imprimere d’inchiostro blu i pensieri, le
emozioni di ragazzina che sognava di volare oltre un orizzonte dove gli occhi
non arrivano, ma solo il cuore può vedere.
E mi
rivedo, nascosta in un angolo della sala da pranzo della casa di mia madre,
dietro tende fiorate, seduta sul pavimento, il mio nascondiglio dove rifugiarmi a scrivere,
volare, sognare; mie uniche compagne una biro blu e una matita per disegnare
volti e scenografie di un mondo che non c’è.
E condivido oggi, qui con voi,
questo racconto, tratto dai ricordi di me bambina perché poi, si sa, in questo
periodo magico è più facile essere travolti dai ricordi.
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"Marzapane"
E quando ormai assai vicino era il Natale, non restava che aspettare i ritorni alla dimora: io bambina, golosa e paffutella, aspettavo il ritorno del fratello mio più grande; tornava da lontana meta, sconosciuta a me bambina, difficile per me comprenderne ragione del perché lui fosse lì, così lontano, nella città grande chiamata Francoforte. La Germania era lontana ed offriva, a noi, tesori misteriosi, sconosciuti a me fanciulla, tonda e capricciosa.
foto Pinterest |
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"Marzapane"
E quando ormai assai vicino era il Natale, non restava che aspettare i ritorni alla dimora: io bambina, golosa e paffutella, aspettavo il ritorno del fratello mio più grande; tornava da lontana meta, sconosciuta a me bambina, difficile per me comprenderne ragione del perché lui fosse lì, così lontano, nella città grande chiamata Francoforte. La Germania era lontana ed offriva, a noi, tesori misteriosi, sconosciuti a me fanciulla, tonda e capricciosa.
Così, nella mia casa, ognun di noi congiunti, si aspettava
d’impazienza l’ora che tornasse: mia madre, premurosa, per riabbracciar d’amore
il suo figliolo primo lontano per lavoro, mio padre e miei fratelli, tutti di me maggiori, aspettavan fieri per
sentir narrare di vita nuova in terre ricche e prosperose … ed io? Oh sì … io l’aspettavo ansiosa, non solo per amor di
piccola sorella ma perché, ogni or che egli ritornava a celebrar Natale, dalla
sua valigia, zeppa di straniero, si sprigionava, zuccherino, l’odor di
cioccolato. Marzapane, uvetta, nocciole e frutta secca, cioccolata buona di
ogni dir e sorta, ma più di tutto, agli occhi miei saltava, quel Babbo di
Natale di cioccolato al latte! Ohh … che bello il suo vestito di luccicar
stagnola, non so se mi piaceva per il suo aspetto allegro o più per la dolcezza,
so sol che ora, forse più di allora, brilla nei miei occhi per una volta
ancora!
Imma D.
Un forte abbraccio!💖
Imma
Un forte abbraccio!💖
Imma